Il teatro più antico d’Europa
Il teatro di San Carlo è il teatro lirico più antico d’Europa, costruito in poco più di sette mesi per volontà del re Carlo di Borbone e inaugurato con l’opera Achille in Sciro il giorno del suo onomastico il 4 novembre del 1737. In Italia il Teatro alla Scala di Milano sorge nel 1778 e la Fenice di Venezia nel 1792.
Il progetto architettonico e i successivi rifacimenti
Eretto ai lati del palazzo reale, il San Carlo è contemporaneamente un teatro pubblico e un teatro di corte. Al tempo esistevano altri teatri tra cui Teatro Nuovo, Sala Fiorentini e Piccolo San Carlo. Il teatro San Bartolomeo fu demolito perché inadatto ad ospitare gli spettacoli della capitale e i suoi resti sono stati utilizzati in parte per la costruzione del Teatro di San Carlo. Il progetto è di Giovanni Medrano, ingegnere e brigadiere dei reali eserciti del re e Angelo Carasale, direttore del teatro San Bartolomeo. Presenta un impianto a ferro di cavallo e aveva una capienza di 3000 spettatori (oggi 1386).
Ha subito negli anni diversi rifacimenti tra questi nel 1767 ad opera di Ferdinando Fuga e nel 1812 il toscano Antonio Niccolini su incarico di Gioacchino Murat, realizzò il portico a cinque arcate. I bassorilievi sono di Angelo Viva, allievo di Giuseppe Sammartino e rappresentano il Parnaso, il mito di Orfeo Euripide e Sofocle. La facciata laterale è del 1843 realizzata su progetto di Francesco Gavaudan e Pietro Gesuè, dopo la demolizione del palazzo vecchio. Sull’acroterio del frontone della facciata principale si erge il gruppo scultoreo Triade della Partenope, distrutto in parte da un fulmine e ricollocata solo nel 2007.
Interno
Al centro del soffitto si trova la tela con Apollo che presenta a Minerva i più grandi poeti del mondo dipinto da Antonio, Giuseppe e Giovanni Cammarano. Il sipario raffigura “Parnaso con ottanta poeti e musicisti”, Il foyer risale al 1937 su disegno di Michele Platania, ma durante un bombardamento della seconda guerra mondiale fu distrutto e in seguito ricostruito. Ogni palchetto ha uno specchio inclinato per vedere il palco reale, in tal modo le persone potevano applaudire solo dopo il primo applauso del re. Lo stemma del Regno delle Due Sicilie si può ancora vedere sotto l’arco del proscenio, un tempo coperto da quello sabaudo.
Restauri moderni
L’ultimo restauro degli interni, durato cinque mesi, risale al 2009, la nostra socia e amica Teresa ha collaborato al restauro del palco reale. Pochi giorni fa, invece, è stato inaugurato il restauro della facciata principale.
Curiosità
Oggi predonima all’interno il colore rosso, un tempo era azzurro tipico della dinastia dei borbone.
Il teatro è collegato attraverso un passaggio segreto al Palazzo reale, il re poteva in tal modo accedervi senza uscire dalla sua reggia.
Nel sottarco del proscenio c’è l’orologio che segna il tempo ma a girare non sono le lancette ma il quadrante.

Di Josep Salvany i Blanch – http://mdc.csuc.cat/cdm/singleitem/collection/bcsalvany/id/8830/rec/7261, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=77182417


Di Miguel Hermoso Cuesta – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=39187744


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