Itinerario greco-romano
Sulle origini della città di Napoli abbiamo notizie di scrittori illustri antichi e moderni, spesso immerse nella leggenda. Già in epoca preistorica troviamo la presenza di abitanti in Campania. A Napoli, in particolar modo nella contrada del Chiatamone, vivevano gli aborigeni, conquistati poi dai Greci, i quali fondarono un centro abitato nel VII secolo a.C. Dati confermati dai ritrovamenti della necropoli di Pizzofalcone scoperti nel 1949 durante i lavori di scavo delle fondazioni per la ricostruzione di uno stabile distrutto durante la seconda guerra mondiale.
Partenope era il nome della città, inizialmente si trattava di un’area ben delimitata che prescindeva da un concreto apprezzamento della bellezza.
I Cumani nel V sec.a.C. fondano la nuova città: Neapolis, grazie ai quali si diffondono i culti legati ad Apollo, Demetra Thesmophoros, Herakles, Dionisio, Leukathea, Artemide. Il culto di Athena richiama invece il legame con Siracusa. Anche il culto di Eumelos, dio della fratria, eroe eretriese e cumano d’Asia, ha una posizione centrale tra i culti cittadini: i napoletani si definivano discendenti di Phere, nonno dello stesso Eumelo.
In conclusione la città nacque per iniziativa di Cuma e in un contesto filosiracusano, si sviluppò secondo una sua linea autonoma di valorizzazione anche se in continuo rapporto dialettico con la madre Cuma.
Con la caduta di Cuma nelle mani dei Campani molti cittadini trovarono rifugio a Neapolis. La mistione e la convivenza avvenne attraverso una lenta assimilazione tecnico-culturale, uno scambio “disuguale”. Nel 326 a.C. nasce il foedus Neapolitanum fondato su interessi greci. Nel I sec.a.C. diviene municipio romano, perdendo in parte la sua autonomia.
Napoli capitale degli otia
Decaduti i traffici, Napoli si organizza in maniera prestigiosa nell’esercizio di attività ludiche e diviene capitale degli otia della romanità Imperiale. Come emerge anche dalle notizie ciceroniane, la città non attira più grandi mercanti e banchieri, ma uomini di cultura e venditori di ingegno, filosofi come Filodemo e Sirone. Horti e suburbani attirano le classi elevate di Roma tra cui Lucullo a Neapolis e Vedio Pollione a Posillipo. Con la dislocazione del porto militare a Miseno, la perdita dei Leucogei in favore di Capua, non si arresta il dislocamento del centro antico.
L’acropoli da luogo religioso diviene zona di officine, sostituendo le case ellenistiche con luoghi di produzioni per lo più alimentari. Alla crisi latente si aggiungono episodi catastrofici come il terremoto del 62 d.C. Anche gli interventi di restauro, non arrestano l’involuzione funzionale. Gli scrittori dell’età post augustea sottolineano la vita otiosa e morbida della Neapolis del primo impero.
Nel II-III sec.d.C. avviene il passaggio da Municipim a Colonia Aurelia Augusta Antoniniana Felix Neapolis. Essa conserva la situazione formale con i nomi greci anche se il latino va prevalendo.
Centro storico di Napoli oggi
L’urbanistica della città di Neapolis è stata oggetto negli ultimi cento anni di studi pregevoli essendo una delle poche città moderne a vantare in misura così impressionante la conservazione dell’impianto urbanistico antico. Sotto il centro antico di Napoli si conservano i resti della città.
Probabilmente nel luogo di S.Aniello a Caponapoli si trovava un’area di culto in età arcaica, prima della fondazione di Neapolis. Forse come li definisce George Vallet, piccoli santuari agresti. Inglobato poi nella città con il santuario della dea Demetra.
Il tessuto urbano è caratterizzato da tre strade parallele est-ovest “plateiai” ntersecate da una serie di strade nord-sud “stenopoi” il cui numero non è precisabile date le modifiche al tessuto urbano.
I plateiai in alcuni casi avevano anche un orientamento nord- sud. Secondo alcuni studi la larghezza degli isolati era 175 metri, invece quello delle platee 16 metri. In una plaeta va distinta la parte carreggiata dai marciapiedi. L’impianto della città di Napoli richiama quella di Thurii(l’odierna Sibari) città della Magna Grecia e molto probabilmente realizzata da Ippodamo di Mileto.
Itinerario greco romano di Neapolis: cosa vedere
I principali ritrovamenti della Napoli greco romana li ritroviamo nelle mura di piazza Bellini (IV sec.a.C.). Il sistema di fortificazione è quello del tipo a doppia cortina, con doppio sistema di fortificazioni. Il piano antico della città era inferiore più di 10 metri rispetto all’attuale. Negli scavi di Sant’Aniello a Caponapoli sono rinvenuti materiali (circa 700 oggetti) da una o più stipe votive scoperte nel 1933. Un tratto di città sepolta ancora intatta è la Neapolis Sotterrata, nel complesso monumentale di San Lorenzo. Colonne del tempio dei Dioscuri sono ancora presenti nella facciata della chiesa di San Paolo Maggiore. E poi i resti dei teatri, il complesso di vico Carminiello ai Mannesi, il complesso archeologico di Santa Chiara,il cippo a Forcella e le necropoli urbane.


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La storia continua..
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