“Ritorno adesso da Pompei ed ho l’animo pieno di mestizia per uno spettacolo miserando […] sono morti da diciotto secoli, ma sono creature umane che si vedono nella loro agonia. Lì non è arte, non è imitazione; ma sono le loro ossa, le reliquie della loro carne e de’ loro panni mescolati al gesso; è il dolore della morte che riacquista corpo e figura. Io la vedo quella meschina, io odo lo strido con cui chiama la mamma, e la vedo cadere e dibattersi […] Finora si è scoverto templi, case ed altri oggetti che interessano la curiosità delle persone colte, degli artisti e degli archeologi; ma ora tu, o mio Fiorelli, hai scoverto il dolore umano, e chiunque è uomo lo sente”, scrive Settembrini il 13 febbraio 1863.
Oggi 21 novembre è stata annunciata la scoperta di due persone che durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. persero la vita in una villa suburbana ubicata a 700 metri da Pompei.
Gli scavi iniziati nel 2017 nella località Civita Giuliana hanno portato alla luce una terrazza panoramica che all’epoca dava direttamente sul mare con vista su Capri e i Campi Flegrei. Nel criptoportico sotto la terrazza sono stati ritrovati due fuggiaschi, forse il padrone e il suo schiavo.
Con la tecnica dei calchi sono stati restituiti i due corpi con molti dettagli come la tunica corta e le tracce di tessuto forse fibre di lana.
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