La fontana di Monteoliveto fu eretta nel 1668 dal vicerè don Pietro D’Aragona in onore di re Carlo II, asceso al trono all’età di quattro anni. Sorge nella piazza Trinità Maggiore a Napoli. Il progetto fu affidato all’architetto Donato Antonio Cafaro. Realizzata in marmo, presenta una vasca polilobata a tre bracci, sulla quale si erge un piedistallo ornato da tre leoni che versano acqua dalla bocca, gli stemmi del re, del vicerè e della città, aquile con vaschette a forma di conchiglia.

Kunsthistorisches Museum Wien, Bilddatenbank.
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La statua
La statua del re, in bronzo, è collocata al centro su un pilastro. Il progetto iniziale prevedeva la statua del re sul cavallo che doveva essere realizzata da Giovanni Maiorino e Giovanni D’Auria. Giunti alla data di scadenza la statua non era finita e così si decise di affidare il lavoro a Francesco d’Angelo. Anche per questo lavoro ci furono controverse, inizialmente il re doveva essere raffigurato come un fanciullo di dodici anni, poi fu richiesto dalla committenza di rappresentarlo con un età di diciotto anni. Questo cambiamento comportò un maggiore compenso all’artista. La statua fu ultimata nel 1673. Se ci si sofferma si nota lo sguardo del re che sembra proiettato nel vuoto, caratteristica del disorientamento di un bambino che aveva ricevuto un compito molto arduo. Secondo una leggenda, invece, il re aveva lo sguardo verso un tesoro nascosto.
Curiosità
La fontana si trova nello stesso luogo in cui è stata realizzata, diversamente da altre che nel corso degli anni sono state “trasferite” in uno o più siti della città. Il sindaco Achille Lauro provò a spostare la fontana a Piazza Trieste e Trento, ma l’opposizione dei cittadini non glielo permise.
Il vicerè Don Pietro D’Aragona utilizzò i soldi della città e degli abitanti per costruire la sua fontana, tra cui il duca di Gravina, proprietario del palazzo omonimo oggi sede della facoltà di architettura della Federico II.
Inizialmente i lavori di esecuzione furono affidati a Pietro Sanbarberio e Bartolomeo Mori, il quale cessò di vivere durante i lavori e quindi subentrarono Dionisio Lazzari e Giovanni Mozzetti.
Per alimentare la fontana fu costruito un condotto per collegarla alla fontana di Medina. Gli abitanti protestarono perchè preoccupati sia per la strada che poteva risentirne sia perchè pensavano che potesse venire a mancare l’acqua alle abitazioni della zona.
Matilde Serao nelle Leggende napoletane racconta che le tutte le fontane di Napoli sono lagrime. Quella di Monteoliveto è formata dalle lacrime di una monaca versate per la passione di Gesù.
La fontana nel 1877 fu recintata con un cancello di protezione poi andato distrutto e restaurata nel 1923. Negli ultimi anni è stata soggetta a diversi atti di vandalismo e incuria. Nel 2019 il comune ha deciso di costruire una recinzione di protezione, come una volta, per limitare i danni. La fontana attualmente è in attesa dell’intervento di restauro.



Riferimenti bibliografici
Le fontane di Napoli. Aurelio De Rosa. Newton Compton Editori. 1994
Le piazze di Napoli. Gennaro Ruggiero. Newton Compton Editori. 1995
[…] Il re fanciullo e la fontana di Monteoliveto proviene da […]