Uno dei palazzi di Napoli da visitare è il De Scorciatis, a pochi passi dalla piazza San Gaetano, l’ antica agorà della Neapolis greca.
Il palazzo si trova a lato della chiesa di San Paolo Maggiore, precisamente in vico Cinquesanti n.23, così chiamata perchè nelle dimore dei monaci Teatini furono ospitati 5 beati tra cui Gaetano da Thiene.
Nonostante il completo rifacimento dell’edificio dopo la seconda guerra mondiale e il pessimo stato di conservazione in cui versa, è possibile ammirare il pregevole portale in marmo.
Bassorilievo particolare Palazzo De Scorciatis portale
La costruzione del palazzo risale al XIII secolo e ospitò addirittura il re Carlo I d’Angiò.
La ricca decorazione del portale è successiva ( XV secolo) , anche se versa in uno stato pessimo di conservazione, ci racconta la sua storia. Sulle paraste è presente lo stemma della famiglia Miroballo – Cortese. Il passaggio ad Onorato Gaetani e poi ai De Scorciatis, avvenne dopo che il re Ferrante confiscò i beni a Jacopo Cortese per aver sostenuto il suo nemico Giovanni D’Angiò.

Giulio De Scorciatis, giudice della Magna Curia, divenne luogotenente del del Gran Camerario nella Regia Camera . Questa era una delle cariche più alte che il re riconosceva alle persone molto vicine alla corte, basti pensare che fu ricoperta dal Panormita e da Pontano. La stima che il re nutriva per il proprietario del palazzo viene riportata in alcune cronache dell’epoca, sembra che il re Ferrante I un giorno “andato a casa e avendo trovato a dormire, non volle che si destasse, e lo aspettò”.
Sopra il portale, attualmente nascosta dietro la rete di protezione, si intravede la nicchia dentro la quale fu posta dal proprietario la scultura in di re Ferrante, che molti credettero raffigurare re Carlo.
Il De Scorciatis iniziò la sua carriera presso la corte come segretario di Antonello Petrucci. Dopo la congiura dei baroni, il De Scorciatis votò sia per la confisca dei beni sia per la decapitazione del Petrucci. Poco prima della caduta degli aragonesi, si alleò a Luigi XII e al papa Alessandro VI e cospirò contro colui che lo aveva voluto al suo fianco. Fu comunque considerato un ribelle e quindi incarcerato prima a Castel Capuano e poi a Castel Nuovo. I suoi beni furono confiscati, ma riuscì ad ottenere la liberà, dopo il pagamento di una cauzione di 24 000 ducati. Temendo di essere di nuovo incarcerato, fuggì a Roma e accolto da Giulio II, fu nominato inquisitore del Sant’ Uffizio.
Il palazzo, in seguito, fu acquistato dal poeta Giovan Battista Marino, uno dei massimi esponenti della poesia barocca in Italia. Dal 1579 un’ala del palazzo diventò sede del Sacro Tempio della Scorziata e del conservatorio femminile.
Non si hanno molte notizie sulla famiglia Grasso che acquisì il palazzo nel XVI secolo e fino al 1845 era ancora di sua proprietà. Nel 1877 ospitò l’istituto Silvio Pellico che poi diventerò Istituto Pontano
Durante la seconda guerra mondiale il palazzo fu raso al suolo dai bombardamenti e riedificato in cemento armato. Il portale sueperstite fu ricollocato anche se mancante della porta lignea intagliata e le poche arcate di piperno furono inserite nel nuovo fabbricato.
Il portale
La decorazione di influenza toscana ricorda il portale della chiesa di S.Agrippino a Forcella. Ai lati presenta due pilastri con capitelli scanalati con foglie d’acanto, la cui decorazione rimanda ai capitelli di Porta Capuana e il portale di palazzo Miroballo. Le paraste sono decorate con bassorilievi che raffigurano elmi, corazze, frecce, faretre, scimitarre, mazze ferrate, gambali e leggeri nastri a rilievo. Ai lati delle paraste sono presenti due semicolonne scanalate con capitelli compositi su cui poggia la trabeazione arricchita da una decorazione intagliata a foglie, fusaiole e ovoli.

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Secondo Pane, il portale originario era costituito solo da piedritti e architrave a fascia liscia e successivamente sono state aggiunte le paraste, le colonne, il frontone e gli archi interni al cortile.
Noi ci auguriamo che venga restaurato al più presto non solo per valorizzare la meravigliosa opera ma anche per preservarne la memoria.


Bibliografia
Architettura del classicismo tra Quattrocento e Cinquecento. Campania saggi.
I palazzi di Napoli. Aurelio de Rose, Newton & Compton Editori.
[…] Il palazzo De Scorciatis a Napoli proviene da […]