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Domenico Cotugno | Un’eccellenza a Napoli

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Nacque nel 1736 in Puglia in una famiglia modesta di agricoltori. La sua prima formazione avvenne nel seminario vescovile di Molfetta e in seguito si dedicò da autodidatta allo studio della matematica e della filosofia. A 16 anni si trasferì nella città partenopea per studiare medicina. Dopo solo un anno vinse il concorso di assistente all’ ospedale degli Incurabili. La sua salute fu compromessa a causa della vita di stenti e lo studio intenso.

Ma grazie alla sua bravura e al suo valore gli furono aumentati i compensi e gli fu concesso un ricovero migliore. A 20 anni conseguì la laurea in Medicina presso la nota scuola medica salernitana e a 30 divenne professore ordinario di notomia (anatomia descrittiva e patologica). Durante la sua carriera ricoprì ruoli importanti tra cui Direttore dell’Ospedale degli Incurabili e medico personale del re Ferdinando IV di Borbone. Infatti nel 1790 seguì la famiglia reale a Vienna in occasione delle nozze delle figlie del re, Maria Teresa  e Maria Luisa Amelia, con i rispettivi figli di Leopoldo d’Austria. Durante questa esperienza produsse il suo diario di viaggio  Iter Neapoli Viennam Austriae – Anno 1790 che fu pubblicato da G. De Gemmis (Il viaggio da Napoli a Vienna di DC., Bari 1961

Domenico Cotugno, Ruvo di Puglia

La volontà di incontrare i migliori scienziati nel suo campo insieme alla voglia di conoscere nuovi territori lo spinsero a viaggiare e ad allontanarsi da Napoli anche per periodi lunghi.

Nel 1764 dopo l’epidemia che lo aveva coinvolto in prima persona, Cotugno si recò a Padova per conoscere uno dei migliori medici d’Italia dell’epoca, G.B.Moragagni. Il suo viaggio si concluse dopo ottanta giorni e con un manoscritto l’Iter Italicum, pubblicato solo nel 1960 da L.Belloni  in MemdIstlombardo di scienzelettere e arti.

Una testimonianza in cui il medico descrive non solo le sue ricerche nel campo scientifico, ma anche i luoghi visitati, gli incontri con le persone e soprattutto con le sue amate biblioteche.

Racconta della sua sosta a Roma e dell’incontro alla Sapienza con Girolamo Fonda non solo perché vi insegnava fisica sperimentale ma anche perché conosceva la storia di molti cimeli della biblioteca del Collegio Romano e del patrimonio librario di Guglielmo Sirleto.

Nella biblioteca Casantese incontrò  Meditationes de mundi structura di Tommaso Cornelio. Quest’ultimo insieme al maestro Sanseverino appartengono alla prima scuola galileiana di Napoli. Mentre nella biblioteca Vaticana ritrovò uno tra i più antichi codici di Celso.

A Pesaro nella biblioteca del marchese Paolucci, un aristocratico al servizio del papa, vide un esemplare fresco di stampa di Cesare Beccaria Dei delitti e delle pene. Questo fu il primo libro acquistato e portato a Napoli con la consapevolezza di offrirla a un movimento destinato a diventare antiborbonico. Per un breve periodo fu detenuto insieme a Domenico Cirillo e Raffaele Settembrini nel “vico delle carceri” a Miano (oggi via Urbano Rattazzi) e poi furono tra i pochi a sfuggire alle esecuzioni avvenute nel periodo della reazione borbonica

Nel suo diario di viaggio racconta poi l’incontro con il noto medico Giovan Battista Morgagni nella sua dimora ricca di libri. Il colloquio diventa un monologo gestito dal Morgagni in cui emerge la consapevolezza di rappresentare una scuola gelosa del suo secolare primato e dove è centrale il secolare controllo della qualità scientifica. Cotugno, durante il suo breve soggiorno a Venezia, descrive invece il decadere dell’ammirevole perfezione politico sociale della Serenissima e le condizioni igieniche della popolazione dove i veneziani pescano negli stessi canali dove riversano i rifiuti.

Cotugno fu il primo a  descrivere l’orecchio interno, a dimostrare la presenza di un fluido e ad associarlo alla trasmissione del suono.

Ebbe il sostegno di varie personalità illustri, tra cui lo stesso Morgagni, ma incontrò anche numerose obiezioni.

Fu proprio durante il suo soggiorno in Veneto che nella casa del medico Leopoldo Caldani incontrerà due esponenti della musica veneto-istriana: Antonio Vandini e Giuseppe Tartini. Quest’ultimo afferma che tra le qualità indispensabili per eccellere nel violino è la conformazione del braccio destro, dote giudicata superiore persino all’intonazione e all’arcatura. Cotugno è costretto a registrare malinconico il tremore del braccio destro del maestro infiacchito dagli anni. Ma il Tartini percependo la perplessità del medico, si affretta a precisare che il suo braccio seppure malfermo se chiamato a toccare le corde del violino recupera un’energia spiegabile solo con gli effetti del genio musicale.

Giuseppe Tartini. Il Trillo del Diavolo
https://www.youtube.com/watch?v=Oudk5Qmr1MA

Numerosi studi e scoperte del medico hanno contribuito e gettato le basi della medicina moderna.

Scoprì la funzionalità dei liquidi che si trovano nella parte interna dell’orecchio (De aquaeductibus auris humane internae anatomica dissertati , nel  1674) descrisse per la prima volta la sciatica ( De ischiade nervosa commentarius, Napoli, 1764 ). Trovò la presenza di albumina nelle urine di pazienti nefropatici. Individuò i nervi responsabili dello starnuto nel suo Sternutamenti physiologia, uno scritto di tre pagine pubblicato postumo nel 1826. Formulò le prime leggi di prevenzione delle malattie infettive (De sedibus variolarum syntagma, Napoli, 1771)

De ischiade nervosa commentarius

Definì la separazione tra la figura professionale del medico e quella del farmacista. Scrisse il Ricettario Farmaceutico Napoletano approvato solo nel 1911 dal ministro Zurlo. Fu un sostenitore del vaccino antivaioloso scoperto dall’americano Edward Jenner.

Promotore di un metodo basato sulla professionalità e sulla correttezza. Negli ultimi anni della sua vita dagli atti emerge il suo rimprovero a un dentista, Francesco Boccalino, che per procurarsi clienti aveva organizzato uno spettacolo di marionette.

Morì a Napoli il 6 ottobre del 1822 e fu sepolto per volere della moglie nella zona ipogea di una delle Chiese più note tra i nobili napoletani, la Chiesa di San Vincenzo de’ Paoli al Borgo dei Vergini.  Nel tempo si sono perse le tracce. Nel 2018 grazie a due medici Arturo Armone Caruso e Antonio del Prete e all’Associazione “Getta la rete” è stata ritrovata la lapide sepolcrale di Cotugno  nella zona ipogea del Complesso dei Padri Vincenziani, nella Cappella della Duchessa di Sant’Elia.

Un frammento di lapide ritrovata
http://www.napolitoday.it/cultura/scoperta-tomba-domenico-cotugno.html

Bibliografia

Acta Conventus Neo-Latini Upsaliensis. Volume 14 Alejandro Coroleu, Domenico Defilippis

Le nuove strade di Napoli. Saggio di toponomastica storica. Gianni Infusino. Adriano Gallina editore

Link esterni

https://www.vesuviolive.it/cultura-napoletana/i-figli-illustri-di-napoli/161980-domenico-cotugno-destino-medico-napoli-non-si-poteva-morire-senza-suo-permesso/

http://www.vesuvioweb.com/it/wp-content/uploads/Aniello-Langella-Domenico-Cotugno-vesuvioweb.pdf

https://ospedaleincurabili.jimdofree.com/elenco-medici-illustri/

http://www.ilportaledelsud.org/cotugno.htm

https://www.gettalarete.it/ritrovata-la-tomba-di-domenico-cotugno-medico-e-anatomista-del-700-a-napoli/

https://www.ruvochannel.com/curiosita-e-novita-su-domenico-cotugno-una-risorsa-per-ruvo-di-puglia-e-per-il-mondo-intero/

https://www.ilprimato.com/persone/people/4692-domenico-cotugno.html

http://www.casanatense.it/it/

http://www.ilportaledelsud.org/cotugno.htm

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