Nell’antica Roma il 17 marzo era il giorno in cui si festeggiava il dio Libero, da cui il nome della festa Liberalia.
Durante le celebrazioni, Ovidio ricorda alcune donne anziane incoronate di edera che vendevano per strada delle focacce impastate con miele chiamate liba e una parte veniva bruciata in onore delle divinità.
Questo era il giorno in cui i ragazzi che entravano nella pubertà smettevano di indossare la bulla, tipica collana con il ciondolo per segnalare la loro fanciullezza e la toga praetexta orlata di rosso tipica dell’infanzia e della prima giovinezza, e assumevano la toga degli adulti chiamata “virile” o “libera”.
Dunque il giovane smetteva di essere bambino ed entrava nel mondo dei grandi, smetteva di essere solo figlio membro di una famiglia per acquisire un’identità anche pubblica di “cittadino”.
Gli eroi bevono vino. Il mondo antico in un bicchiere. Editori Laterza.Laura Pepe